PALERMO: LA POLIZIA DI STATO ARRESTA UN LADRO SERIALE

La Polizia di Stato, con una brillante e tempestiva azione, ha spezzato un’incredibile catena di furti su scooter e ciclomotori che, nel giro di pochi minuti, un malvivente palermitano, ieri notte, stava mettendo a segno nella zona di viale Croce Rossa.

Intorno alle 02:00, quando Porretto Antonino, 33enne palermitano della zona “Fiera”, aveva già passato al setaccio i bauletti di una decina di scooter, una pattuglia dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico è transitata lungo la via Croce Rossa sorprendendolo ad armeggiare sul bauletto dell’ennesimo mezzo. Il malvivente, alla vista della pattuglia, ha abbandonato su strada la refurtiva che aveva in parte occultato dentro un sacco di plastica ed in parte per strada ed ha tentato una veloce fuga. I poliziotti non lo hanno mai perso di vista ed anche sulla scorta di alcune indicazioni fornite in presa diretta al Numero Unico di Emergenza “112” da un solerte cittadino, testimone degli eventi, lo hanno raggiunto e scovato disteso sotto una vettura, dove aveva tentato invano di nascondersi. Addosso al malvivente è stato rinvenuto un giravite, strumento di effrazione usato per forzare i bauletti di una decina di mezzi, tra scooter e ciclomotori, lasciati regolarmente parcheggiati su viale Croce Rossa ed all’interno di un residence nei pressi, che il ladro aveva​ violato.

Tra gli oggetti trafugati dal malvivente sono stati recuperati tre caschi, un paio di guanti, un paio di pantaloni antiacqua, un tester, due cappellini ed altri oggetti personali che sono stati restituiti ai legittimi proprietari, che hanno ringraziato gli agenti, complimentandosi per l’efficacia e la tempestività del loro intervento.

Porretto è stato tratto in arresto ed il provvedimento è stato convalidato dall’Autorità Giudiziaria.

DERBY ALLA CAMOMILLA: CITTÀ DI CASTELDACCIA -BAGHERIA 0-0 CON “ZERO TIRI IN PORTA”

Città di Casteldaccia: Vasari, Blandino (32′ st Pecorella), Lo Coco, Napolitano (40′ st Giuseppe Allegra), Volpini, Seidita, Alioto (24′ st Cardilicchia), Di Cosimo, Mantegna (8′ st Barone), Mazzola (42′ st Giacomo Allegra) Gelfo. A disp. Bruno, Li Causi, Virruso. All. De Lisi
Bagheria: Campagna (7′ st F. Leone), Tripoli, Aversa (25′ G. Leone), Sciacca (14′ st Tantillo), Tarantello, D’Agate, Virzì (14′ st Galioto), Tomasello, Lì Castri, D’Amico (36′ st Landolina),Giordano. A disp. Centineo, Graziano. All. Mineo

Arbitro: Matranga di Palermo


Note: un minuto di silenzio per ricordare Giuseppe Scembri ex sindaco di Casteldaccia recentemente scomparso

Campo sportivo Janselmo di Belmonte Mezzagno

Volendo parafrasare una canzone di Franco Califano potremmo definire questa partita una… maledetta noia.

La classifica incute timore con il Casteldaccia e Bagheria che entrano in campo rispettivamente con 24 e 25 punti. Entrambe le compagini sono alla ricerca di punti per potersi allontanare quanto più possibile dalla “zona playout” dove il Kamarat continua ad incutere paura con i 19 punti.

Le squadre fanno quindi di necessità virtù,rinunciando allo spettacolo e adottando il principio “primo non prenderle”.

Non poteva che essere di conseguenza un derby noioso, maledettamente noioso.

Nei primi minuti è Casteldaccia prova timidamente a spingersi in avanti con possesso palla, ma senza impensierire la difesa bagherese. E allora il Bagheria prova una sortita in avanti conquistando al 7′ un calcio d’angolo: la sfera arriva a Lì Castri che colpisce di testa e spedisce fuori alla destra di Vasari.

A metà tempo, dal 25′ al 35′ gli ospiti provano ad uscire dal guscio velocizzando il gioco con Sciacca, D’Amico e Virzì che imbastiscono delle timide trame offensive che trovano l’ottima risposta dei difensori in maglia amaranto tra cui Lo Coco, Volpini e Seidita. Al 42′ Di Cosimo cerca di spezzare la monotonia con un tiro che però si perde tra gli uliveti che circondano lo Janselmo; tre minuti dopo, un tiro di D’Amico ne è una fedele fotocopia.
Nella ripresa al 2′ Tripoli in area si fa anticipare da Lo Coco. Al 9′ Lì Castri scivola al momento del tiro. Al 13′ Alioto calcia dal limite con la sfera che di perde sul fondo. Al 37′ Mazzola s’incunea nella difesa bagherese ma calcia alto. Novantaquattro minuti di sbadigli, con una ventina di tifosi baciati dal sole primaverile in un giorno bisestile che non sarà ricordato certamente per questo deludente derby. Alla fine, quando il signor Matranga fischia è una liberazione per tutti: le squadre acciuffano un punto che accontenta tutti, tranne lo spettacolo.

5 palermitani sono stati raggiunti da altrettanti DASPO emessi dalla Questura di Palermo

Dopo essere stati condannati per i reati di estorsione e rapina, aggravati dal metodo mafioso e dalla discriminazione razziale, commessi nella zona di via Maqueda nel corso del 2016 ai danni di alcuni soggetti appartenenti alla comunità palermitana del Bangladesh, cinque palermitani non potranno andare allo Stadio per i prossimi cinque anni, in quanto ritenuti soggetti socialmente pericolosi. I cinque malviventi, con arma in pugno e con fare intimidatorio, in più occasioni erano entrati all’interno degli esercizi commerciali taglieggiati costringendo, con Ia tipica forza di intimidazione delle organizzazioni mafiose, i gestori extracomunitari e gli altri connazionali presenti a soddisfare le loro ingiuste richieste di denaro, minacciandoli di morte e di altri atti di violenza in caso di rifiuto: questi i fatti alla base delle loro condanne.

II Questore di Palermo, sulla scorta degli accertamenti svolti dagli Agenti ​ della Divisione Polizia Anticrimine, ha così emesso nei confronti dei cinque sodali pregiudicati il neonato D.A.Spo . “Fuori ​ Contesto”.​ Si tratta della più recente misura ​ di prevenzione atipica introdotta dall’ultima novella legislativa in materia di sicurezza pubblica con il noto D.L. 53/2019 convertito nella Legge 77/2019 che, estendendone il campo di applicazione, consente all’Autorità di P.S. di negare l’accesso alle manifestazioni sportive a chi si sia reso responsabile di gravi fatti reato che si sono verificati al di fuori dell’ambito sportivo o che non siano necessariamente ricollegabili ad esso.

La nuova misura amplia le prerogative dei Questori, quali garanti della sicurezza pubblica, mettendo a loro disposizione uno strumento special preventivo a garanzia dell’obiettivo di impedire che soggetti condannati o denunciati per gravi reati, quali ad esempio associazione di tipo mafioso, estorsione, rapina, spaccio di stupefacenti, rissa, possano riproporre condotte violente all’interno degli Stadi, con ripercussioni di particolare rilievo sull’ordine e sulla Ia sicurezza pubblica.

34enne EXTRACOMUNITARIO IN MANETTE

I carabinieri del nucleo radiomobile hanno tratto in arresto in flagranza di reato O.G.N. cittadino nigeriano, 34enne, trovato in possesso di 27 ovuli di eroina.

Durante un servizio di controllo del territorio e prevenzione, i militari hanno notato in via del Protonotaro, di fronte alla Cattedrale, un uomo che alla loro vista gettava frettolosamente un involucro e si dava alla fuga.

Raggiunta e bloccata la persona, si rendevano immediatamente conto, attraverso il droga test in dotazione, che quello di cui si volesse disfare fosse eroina.

Il malvivente è stato dichiarato in arresto e tradotto presso la casa circondariale Lorusso-Pagliarelli a disposizione dell’autorità giudiziaria. La droga sequestrata è stata inviata al laboratorio analisi del comando provinciale di Palermo per le analisi qualitative.

PARLA IL PENTITO FILIPPO BISCONTI: OPERAZIONE “GIANO BIFRONTE” DELLA GUARDIA DI FINANZA E DEI CARABINIERI DI PALERMO: 7 ARRESTI

I finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza e i Carabinieri del Reparto Operativo – Nucleo Investigativo di Palermo, nell’ambito di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica del capoluogo, in esecuzione di un’ordinanza emessa dal G.I.P. del Tribunale di Palermo, hanno sottoposto agli arresti domiciliari i consiglieri comunali Sandro TERRANI (cl. 69) di Palermo e Giovanni LO CASCIO (cl. 70), già presidente della 2^ commissione urbanistica, i funzionari comunali Mario LI CASTRI (cl. 66) di Palermo, già dirigente dell’Area Tecnica della Riqualificazione Urbana e delle Infrastrutture, Giuseppe MONTELEONE (cl. 61), di Palermo, già dirigente dello Sportello Unico Attività Produttive, il professionista Fabio SEMINERIO (cl. 63), di Palermo, architetto e gli imprenditori Giovanni LUPO (cl. 43) di San Giovanni Gemini (AG) e Francesco LA CORTE (cl. 73), originario di Ribera (AG), rispettivamente amministratore di fatto e di diritto della BIOCASA s.r.l. (con sede in Palermo) operante nel settore edilizio. All’architetto Agostino MINNUTO (cl. ‘60), originario di Alia (PA), è stato notificato l’obbligo di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria.

I reati contestati ai predetti, a vario titolo, sono corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio, corruzione per l’esercizio della funzione e falso ideologico in atto pubblico.

Le indagini hanno consentito di ipotizzare l’esistenza di un comitato d’affari composto da imprenditori e professionisti in grado di incidere sulle scelte gestionali di pubblici dirigenti e amministratori locali, i quali avrebbero asservito la pubblica funzione agli interessi privati, in modo da consentire di lucrare indebiti e cospicui vantaggi economici nel settore dell’edilizia privata.

Nel corso del 2016, SEMINERIO e soggetti a lui riconducibili hanno presentato – per conto di numerosi imprenditori – tre progetti per la lottizzazione di aree industriali dismesse del Comune di Palermo (via Maltese, via Messina Marine e via San Lorenzo) e conseguente realizzazione di complessive 350 unità abitative di edilizia sociale residenziale convenzionata.

Per derogare al piano regolatore generale era necessario che il Consiglio Comunale attestasse il pubblico interesse di tali iniziative.

L’istruttoria sulle proposte di deliberazione è stata curata da LI CASTRI, all’epoca a capo dell’Area Tecnica del Comune, il quale, da un lato, si trovava in situazione di incompatibilità, essendo stato socio in affari con SEMINERIO, con il quale manteneva assidua frequentazione, dall’altro, rilasciava parere favorevole anche in mancanza di alcuni requisiti di ammissibilità in materia di edilizia convenzionata. In cambio, LI CASTRI accettava la promessa (formulata da La Corte e Lupo, interessati all’approvazione dei piani costruttivi) di assegnare a SEMINERIO la direzione dei lavori edilizi da realizzarsi, che a sua volta avrebbe destinato a LI CASTRI una parte dei profitti percepiti a seguito dell’approvazione da parte del Consiglio Comunale delle tre proposte di deliberazione.

Anche MONTELEONE si adoperava per il buon esito della delibera relativa all’ex area industriale di via San Lorenzo.

I consiglieri comunali, destinatari del provvedimento, in cambio della promessa di utilità di varia natura, si sarebbero adoperati per una rapida calendarizzazione ed approvazione delle tre proposte di costruzione in deroga al piano regolatore.

In un’altra vicenda LI CASTRI, sempre nel suo ruolo di dirigente comunale, avrebbe accordato una variante a una concessione edilizia della BIOCASA, consentendo di aumentare le unità abitative da realizzarsi da 72 a 96. Il progetto era stato redatto anche in questo caso dal suo ex socio in affari SEMINERIO, al quale veniva assegnato l’incarico di direttore dei lavori.

MONTELEONE, già dirigente dell’Area Tecnica, curava alcune pratiche di concessione edilizia presentate dalla BIOCASA anche per la realizzazione di un ulteriore complesso immobiliare sempre a Palermo, avallando varianti in aumento al fine di consentire la realizzazione di un maggior numero di unità abitative da 96 a 133. In cambio LUPO, LA CORTE e A.M. gli promettevano 15.000 euro. I primi due, inoltre, assegnavano a una strettissima amica di Monteleone, molteplici incarichi professionali, corrispondendole cospicue somme di denaro.

Le ipotesi delittuose sono state avvalorate anche dalle dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia, BISCONTI Filippo Salvatore, imprenditore edile nell’area metropolitana di Palermo, tratto in arresto dall’Arma dei Carabinieri per associazione mafiosa il 4 dicembre 2018 (operazione Cupola 2.0) quale capo-mandamento di Misilmeri-Belmonte Mezzagno, il quale ha riferito circostanze e dinamiche interne agli uffici tecnici comunali, con particolare riguardo agli interessi coltivati per anni dai citati LI CASTRI, SEMINERIO e MONTELEONE e in particolare “alle numerose cointeressenze economiche che effettivamente i tre soggetti coltivavano insieme nel settore dell’edilizia”.​

24enne DI VILLABATE IN MANETTE

La Polizia di Stato ha tratto in arresto e condotto presso la Casa Circondariale “Lorusso-Pagliarelli”, Benfante Vincenzo, 24enne residente a Villabate. A suo carico un’Ordinanza di Custodia Cautelare in Carcere emessa dal GIP presso il Tribunale di Palermo, in quanto ritenuto l’autore di tre rapine, compiute in danno di altrettanti esercizi commerciali. Due rapine sono state commesse a distanza di qualche ora l’una dall’altra lo scorso 31 maggio in due diversi supermercati di Villabate, con un bottino complessivo di 1.470 euro; la terza, invece, il 12 luglio ai danni di una Farmacia di via 27 maggio, che fruttò al malvivente 400 euro.
Medesimo il copione seguito per il compimento dei primi due assalti: l’autore, semitravisato, con arrogante spavalderia e sfrontatezza, ha sorpreso alle spalle il dipendente di turno, facendosi consegnare, dietro minaccia, il denaro contante riposto nella cassa, per poi darsi alla fuga.
Leggermente diversa la dinamica della terza rapina, perpetrata il 12 luglio in via 27 maggio a Palermo: in questo caso, il malvivente, con il capo parzialmente travisato da una maglia di colore violaceo, ha strattonato e minacciato con un cacciavite il titolare dell’esercizio allo scopo di ottenere l’incasso contenuto nella cassa; dopo essersi impossessato di 400 euro è fuggito a piedi.
Le indagini sui tre episodi, svolte dai poliziotti del Commissariato di P.S. “Brancaccio” hanno permesso di ottenere importanti riscontri investigativi in ordine alla responsabilità di Benfante: fondamentali per la sua individuazione tanto la ricognizione dei sistemi di video sorveglianza degli esercizi commerciali colpiti e di quelli insistenti nelle zone interessate dagli eventi criminosi, quanto i particolari relativi alle sue fattezze fisiche ed all’abbigliamento indossato raccolti dagli agenti sui luoghi dei reati. Ulteriori riscontri in ordine alla responsabilità del giovane sono stati ottenuti dagli agenti a seguito di una perquisizione domiciliare a carico di Benfante, nel corso della quale, oltre ad una pistola a tamburo a salve con tappo rosso asportabile, sono stati rinevnuti gli indumenti utilizzati per perpetrare la rapina ad uno dei supermercati di Villabate, ovvero un giubbotto di pelle nero, un borsello a tracolla, scarpe e jeans, tutti corrispondenti a quelli immortalati dalle telecamere e descritti da vittime e testimoni del delitto.

Palermo, 28 febbraio 2020

FAIDA DI BELMONTE MEZZAGNO: I KILLER FREDDANO AGOSTINO ALESSANDRO MIGLIORE

A Belmonte Mezzagno la mafia continua ad eseguire le sue condanne a morte. Stamattina é stato ucciso in via Togliatti, Agostino Alessandro Migliore. Da gennaio dello scorso anno, tre omicidi e un tentato omicidio, numeri che rappresentano una vera mattanza. Alessandro Agostino Migliore che aveva 45 anni e gestiva un supermercato a Belmonte Mezzagno era fratello di Giovanni Salvatore, arrestato nell’operazione dei Carabinieri  “Cupola 2.0” che il 4 dicembre 2018 ha soffocato sul nascere  la riorganizzazione della commissione provinciale di Cosa nostra.

Migliore è stato freddato dai killer dentro la sua auto un Audi A4 tra le vie di Belmonte Mezzagno nella centralissima via Togliatti nelle prime luci dell’alba.

Sembra che i già precari equilibri del mandamento di Belmonte Mezzagno si siano ulteriormente frantumati con il pentimento di Filippo Bisconti che dopo l’arresto, appunto, nell’operazione Cupola 2.0 aveva deciso di saltare il fosso iniziando la sua collaborazione con lo Stato. Proprio lo Stato aveva inferto un duro colpo alla mafia, qualche settimana fa a Belmonte  in un’operazione dei Carabinieri che aveva portato all’arresto di quattro uomini tra cui il presunto nuovo capo del mandamento di Belmonte, Salvatore Tumminia.

Nonostante l’indebolimento causato dagli arresti e dai morti ammazzati, i gruppi mafiosi  riescono ancora a fare sentire la loro voce anzi le loro armi. A questo punto resta da chiedersi sino a quando proseguirà questa mattanza? 
Quello di oggi è il terzo omicidio in  meno di 14 mesi: il 10 gennaio 2019, venne assassinato Vincenzo Greco, quattro mesi dopo  l’8 maggio, toccò ad un noto professionista Antonio Di Liberto, freddato a pochi passi da casa sua e il cui omicidio rappresenta un vero e proprio rompicapo. E poi il tentato omicidio in pieno centro il due dicembre scorso quando due sicari, a bordo di uno scooter e travisati da caschi integrali, spararono ben nove colpi di arma da fuoco per uccidere Giuseppe Benigno.

Questa ultima azione criminale ripresa dalle telecamere di videosorveglianza di alcuni esercizi commerciali destò molto scalpore: dalle immagini acquisite dai Carabinieri si possono vedere tutte la fasi in cui i killer tentarono senza riuscirci la loro azione di morte tra i numerosissimi passanti, approfittando del traffico in una via del centro cittadino, che faceva rallentare l’auto condotta da Giuseppe Benigno, esplodendo contro di questi ben 9 colpi d’arma da fuoco e dandosi ad una precipitosa fuga facendo perdere le loro tracce.

Valentino Sucato iscritto all’Ordine dei Giornalisti di Sicilia

OPERAZIONE DINASTIA, ESEGUITE 59 MISURE CAUTELARI IN CARCERE. MAFIA E DROGA

I particolari dell’operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che si terrà alle ore 11.00 odierne presso la sala briefing del Comando Interregionale Carabinieri “Culqualber” di Messina con la partecipazione del Procuratore Capo di Messina, dott. Maurizio De Lucia.

Nel corso della notte, in Provincia di Messina e in varie località italiane, i Carabinieri del Comando Provinciale di Messina e del R.O.S. hanno dato esecuzione ad ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal G.I.P. presso il Tribunale di Messina su richiesta della Procura Distrettuale di Messina, nei confronti di 59 persone ritenute responsabili – a vario titolo – dei delitti di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, estorsione, detenzione e porto illegale di armi, violenza e minaccia, con l’aggravante del metodo mafioso.

L’operazione denominata “Dinastia” rappresenta l’ulteriore sviluppo della progressiva manovra di contrasto coordinata dalla Procura Distrettuale di Messina e condotta dai Carabinieri nei confronti della famiglia mafiosa dei barcellonesi, operante a Barcellona Pozzo di Gotto (ME) e sul versante tirrenico della provincia di Messina, compagine criminale storicamente collegata a cosa nostra siciliana. Le indagini hanno portato all’arresto di affiliati e gregari della consorteria mafiosa barcellonese che negli ultimi anni ha investito nel settore del traffico di sostanze stupefacenti, per integrare i proventi illeciti derivanti dalle estorsioni.

Le nuove leve del clan, tra cui alcuni dei figli dei principali capi mafia barcellonesi, oramai da lungo tempo detenuti, erano a capo di una struttura criminale che operava con metodo mafioso, nel traffico e nella distribuzione di ingenti quantitativi di cocaina, hashish e marijuana, nell’area tirrenica della Provincia di Messina e nelle isole Eolie, anche rifornendo ulteriori gruppi criminali satelliti, attivi nello spaccio ai minori livelli.

L’operazione ha fatto luce anche su numerose estorsioni attuate da anni da esponenti della famiglia mafiosa in danno di esercenti e imprese del territorio barcellonese.

ALTRI DUE ARRESTI PER FURTO. IN MANETTE UN 27enne E UN 25enne

nel pomeriggio di ieri, i carabinieri della stazione Palermo Resuttana Colli hanno tratto in arresto in flagranza di reato per furto aggravato D.A.v. 27enne e R.A. 25enne, entrambi palermitani.

Durante un servizio mirato alla prevenzione e repressione dei reati predatori, i militari hanno accertato che i due introdottisi all’interno del supermercato “Auchan” del centro commerciale “Conca D’oro” asportavano generi alimentari, non di prima necessità, cercando di guadagnare l’uscita dal negozio.

Dalla successiva perquisizione personale e veicolare, è emerso che i predetti erano in possesso di altri prodotti trafugati al “Lidl” di Palermo via Bernini e di varie bottiglie di alcolici per un valore di circa 1000 euro arraffate nel medesimo supermercato “Auchan”.

Gli arrestati, su disposizione dell’autorità giudiziaria, sono stati posti agli arresti domiciliari in attesa del rito direttissimo; l’intera refurtiva è stata restituita ai rispettivi proprietari.