SEQUESTRATI OLTRE CENTOMILA ARTICOLI PER FUMATORI POSTI IN VENDITA SENZA AUTORIZZAZIONE

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Nel corso dell’intensificazione dell’attività di controllo economico del territorio disposto dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Palermo e finalizzata a verificare il rispetto delle norme sulla sicurezza dei prodotti posti in vendita, i Finanzieri della Tenenza di Carini hanno sequestrato, in due diversi empori siti a Carini e riconducibili a due soggetti di etnia cinese, più di 106.844 articoli per fumatori (tra cartine e filtri atti alla realizzazione delle sigarette da fumo) illecitamente detenuti e posti in vendita senza prescritta autorizzazione dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli nonché in completa evasione d’imposta.

I prodotti – privi dei titoli autorizzativi e per i quali non è stato effettuato il pagamento delle accise – erano messi in vendita ad un prezzo decisamente inferiore rispetto a quello praticato dai rivenditori autorizzati, con evidente distorsione del mercato legale.

I militari operanti hanno quindi provveduto a contestare ai titolari delle attività la violazione di cui alla legge 407/1942 (vendita di generi di monopoli senza le prescritte autorizzazioni) che prevede, per ciascun trasgressore, oltre a al sequestro della merce, da un minimo di €. 5.000 sino ad un massimo di €. 10 mila euro, nonché la segnalazione alla competente Agenzia Dogane e Monopoli per l’eventuale applicazione della sanzione accessoria della chiusura dell’esercizio commerciale.

L’attività testimonia l’impegno profuso dalla Guardia di Finanza quale polizia economico – finanziaria a forte vocazione sociale a contrasto dell’economia illegale e a tutela dei consumatori.

SEQUESTRATO SULL’ “A29” UN GROSSO CARICO DI PESCE

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Nel corso dell’ordinario servizio di pattugliamento autostradale, svolto dalla Sezione di Polizia Stradale di Palermo sulla “A/29” Palermo-Mazara del Vallo nei giorni scorsi, una pattuglia ha notato un autocarro in panne fermo nei pressi dello svincolo di Terrasini.

In attesa del carro soccorso richiesto dagli agenti, si è accertato che il mezzo era sprovvisto di assicurazione e, pertanto, si è proceduto al relativo sequestro; inoltre, in considerazione dell’atteggiamento nervoso mostrato dall’autista, si è ritenuto di approfondire il controllo sulla merce trasportata.

Dopo aver trasportato il mezzo da sottoporre a controllo in luogo sicuro così da non arrecare pericoli per la circolazione, anche grazie all’ausilio di un meccanico, gli agenti hanno aperto il portellone bloccato anch’esso da guasto e hanno riscontrato che il carico era rappresentato da circa 450 kg. di prodotti ittici suddivisi in pesce, molluschi e crostacei.

Poiché il conducente non era in grado di fornire idonea documentazione circa la tracciabilità del pescato, destinato a rifornire un mercato locale del trapanese ed al fine di comprovarne l’idoneità al consumo umano, i poliziotti hanno richiesto, tramite la Centrale Operativa Compartimentale, l’intervento della Capitaneria di Porto di Palermo, nonché di personale del Dipartimento di Prevenzione Veterinario.

Al conducente del mezzo, un palermitano di 59 anni, oltre alla sanzione per la guida senza la prescritta copertura assicurativa che ha comportato anche il sequestro del mezzo, sono state contestate varie irregolarità che hanno generato sanzioni per un ammontare complessivo di euro 2700,00 di cui 1500,00 per mancanza di documentazione circa la tracciabilità del pescato trasportato.

E’ stato altresì sequestrato per la successiva distruzione (tramite ditta specializzata) parte del pesce dichiarato dal sanitario del Dipartimento di Prevenzione Veterinario “non idoneo al consumo alimentare”.

Il restante quantitativo, la cui idoneità al consumo è stata certificata, è stato devoluto in beneficenza ad un istituto caritatevole di Palermo.

CERIMONIA DI COMMEMORAZIONE IN ONORE DEL CARABINIERE ROBERTO TICLI

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Domani si commemorerà il 30° anniversario della morte del Carabiniere Roberto Ticli, Media d’Oro al Valor Militare Alla Memoria, occorsa la notte del 01 Ottobre 1990 a Porto Ceresio (VA), località ove il Militare espletava il proprio servizio quale addetto al Comando Stazione Carabinieri. L’uomo, capo-pattuglia nell’ambito di un servizio per la ricerca e la cattura di latitanti, procedeva al controllo di un individuo che alla vista dei Militari aveva tentato di defilarsi. Alla richiesta dei documenti, il sospettato consegnava ai militari una carta di identità falsa. Alle immediate perplessità degli operanti circa l’autenticità del documento, il soggetto si dava a precipitosa fuga durante la quale, da circa 15 metri, esplodeva 2 colpi di revolver di cui uno attingeva il Carabiniere Ticli al torace. I Militari operanti rispondevano al fuoco con le armi d’ordinanza in dotazione, in seguito Ticli veniva prontamente soccorso e ricoverato presso l’ospedale di Varese ove alle ore 03:00 decedeva per arresto cardiaco dopo essere stato sottoposto ad intervento chirurgico. Nell’immediatezza dell’evento veniva organizzata una battuta nel corso della quale veniva rintracciato e fermato un cittadino svizzero colpito da mandato di cattura internazionale per rapina, il sospettato veniva condotto in caserma dove ammetteva le proprie responsabilità e forniva indicazioni per il recupero della pistola utilizzata. La cerimonia avrà luogo alle ore 10.30 presso la Chiesa Madre sita a Niscemi in Piazza Vittorio Emanuele III, ove vi sarà una funzione religiosa tenuta da Don Salvatore Falzone, Cappellano Militare del Comando Legione Carabinieri Sicilia, unitamente a Don Massimo Ingegnoso, parroco della Chiesa Madre. Alla Cerimonia presenzieranno i familiari del caduto, il Comandante Provinciale dei Carabinieri di Caltanissetta, Colonnello Baldassarre Daidone, nonché le autorità locali.

OPERAZIONE “ALTO IMPATTO”, CONTROLLI DELLA POLIZIA DI STATO PRESSO LA STAZIONE CENTRALE. RECUPERATI 280 KG. DI RAME PRONTI AD ESSERE ASPORTATI

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Sono 123 le persone sospette identificate e decine i bagagli controllati nel corso della giornata dell’Operazione “Alto Impatto”, che ha visto impegnata la Polizia Ferroviaria di Palermo Centrale nei controlli all’interno del principale scalo cittadino.

L’operazione, mirata alla prevenzione ed alla repressione di eventuali azioni illecite e sovversive, è stata condotta con l’impiego di 19 agenti della Polfer supportati da quattro unità cinofile, antidroga ed antiesplosivo della Questura di Palermo.

I controlli sono stati coordinati dalla Sala Operativa Polfer che, grazie al sistema di videosorveglianza, ha gestito le pattuglie dislocandole nei punti più sensibili e di maggiore affluenza.

Particolare attenzione è stata posta ai binari ed alle aree di parcheggio dei bus extraurbani interessati dall’arrivo e dalla partenza dei treni dei pendolari.

Inoltre, sempre i poliziotti della Polizia Ferroviaria, durante gli appositi servizi volti al contrasto del fenomeno dei furti di rame e di materiale ferroso lungo la linea ferroviaria, hanno rinvenuto decine di matasse di cavi di rame guainati nei pressi del muro di recinzione del deposito locomotive di Palermo Centrale.

Detto materiale è stato asportato, ad opera di ignoti, da un locomotore in disuso e poi accatastato lungo il muro di cinta per il successivo recupero. Sono in corso le indagini per identificare gli autori del reato.

OPERAZIONE “CUNCUMA”, NELLA RETE DEI CARABINIERI FINISCONO 11 SOGGETTI

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Nelle prime ore della mattinata, nell’ambito dell’indagine convenzionalmente denominata “Cuncuma”, un centinaio di Carabinieri dell’Arma territoriale di Palermo hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misure cautelari, emessa dal G.I.P. di Palermo, su richiesta di un gruppo di magistrati della locale D.D.A., coordinati dal Procuratore Aggiunto Dott. Salvatore DE LUCA, nei confronti di 11 soggetti (di cui 10 in carcere ed 1 ai domiciliari), ritenuti responsabili – tra l’altro – di associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti.

Le indagini, condotte dai militari della Stazione di Palermo Centro nel periodo giugno – novembre 2018, anche mediante attività tecniche, hanno consentito di acquisire decisivi elementi di prova nei confronti di un sodalizio criminale operante nel quartiere “Capo” di Palermo e di individuare in MICCICHÈ Benito il promotore dell’organizzazione, che sovraintendeva alle complesse attività di gestione della piazza e riceveva i proventi dello spaccio.

L’organizzazione, per come ricostruito dai Carabinieri, poteva contare su una copiosa schiera di “pusher” e “vedette”, che operavano con serrate turnazioni giornaliere, in sinergia con i responsabili operativi della “piazza” ai quali spettava la custodia del denaro provento delle cessioni di stupefacente ma soprattutto aveva la disponibilità di magazzini e garage, riconducibili ai membri dell’organizzazione, posti nelle immediate vicinanze della “piazza di spaccio”, dove poter occultare e stoccare lo stupefacente in modo tale da poterne disporre prontamente. Ad un semplice cenno del cliente, infatti, lo spacciatore si avvicinava per effettuare la cessione o, in base alla richiesta ricevuta, si appartava in un luogo adiacente e recuperava la droga.

Con l’operazione odierna viene decapitata una consorteria criminale che gestiva, con meticolosa organizzazione e rigido controllo del territorio, lo spaccio della droga senza curarsi di essere a ridosso di diversi istituti scolastici del quartiere “Capo”, uno dei più antichi e tradizionali rioni della città di Palermo.

OPERAZIONE CHORUS “PACCO REGALO”: 9 MISURE CAUTELARI E SEQUESTRATI BENI PER 500 MILA EURO

Su delega della locale Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia – Sezione Palermo, coordinata dal Procuratore Aggiunto Salvatore De Luca, i finanzieri del Comando Provinciale di Palermo hanno dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal G.I.P. del Tribunale del capoluogo nei confronti di nove soggetti, indagati a vario titolo per organizzazione e traffico di sostanze stupefacenti, aggravati dalla transnazionalità delle condotte, di cui:
– 3 destinatari di custodia cautelare in carcere: Alessandro GIRGENTI (cl. 84), Gerardo ROMANO (cl. 88) e Giuseppe DI FRANCESCO (cl. 89);
– 2 sottoposti agli arresti domiciliari: Filippo MIRANDA (cl. 90) e Giuseppe LO COCO (cl. 91).
Nei confronti, invece, di Francesco Paolo TAORMINA (cl. 91), Giovanni FERRARA (cl. 89), Antonio BUCCAFUSCA (cl. 88) e Benedetta ALTIERI (cl. 70) è stata applicata la misura dell’obbligo di dimora presso il Comune di Palermo.
L’operazione di servizio, condotta dai specialisti antidroga del GICO del Nucleo di polizia economico-finanziaria delle Fiamme Gialle di Palermo, ha permesso di far luce su un collaudato sistema messo in atto dagli indagati, volto all’importazione dalla Spagna di significativi quantitativi di sostanza stupefacente, in particolar modo hashish, destinata al mercato del centro cittadino palermitano.
Gli organizzatori del traffico illecito infatti si recavano personalmente nella Penisola iberica da dove provvedevano a spedire la droga all’interno di “pacchi regalo” affidati a corrieri internazionali e destinati a nominativi di fantasia localizzati nel centro cittadino, zona ove era competente per le consegne uno dei sodali che lavorava come autista di una ignara società di spedizioni operante in città. Quest’ultimo riusciva a recuperare i pacchi provenienti dalla Spagna e li consegnava agli altri componenti dell’organizzazione criminale che ne erano gli effettivi destinatari
Le investigazioni hanno consentito di ricostruire spedizioni illecite per oltre 180 kg di stupefacente, a cui corrisponde un valore di mercato alla minuta vendita di circa 2 milioni di euro.
I finanzieri hanno poi proceduto a valorizzazione in chiave patrimoniale gli elementi acquisiti nel corso delle indagini, attraverso l’esame, il confronto e l’incrocio di informazioni estratte dalle diverse banche dati in uso alla Guardia di Finanza, accertando l’assoluta sproporzione tra i beni nella disponibilità degli indagati e la loro capacità economica.
Nello specifico, gli accertamenti – condotti anche con il noto applicativo “MOLECOLA” in dotazione ai Reparti investigativi della Guardia di Finanza – hanno portato a dimostrare che gli indagati e i rispettivi nuclei familiari, nell’ultimo decennio, a fronte di redditi leciti per circa 430.000 euro avevano sostenuto spese ed acquisti per oltre 1,2 milioni di euro.
La Procura della Repubblica – DDA ha quindi emesso un provvedimento ablativo d’urgenza, in corso di esecuzione, che ha consentito di sottoporre a sequestro conti correnti, veicoli e imprese per un valore complessivo stimato di circa 500.000 euro.
L’operazione di servizio condotta dalle Guardia di Finanza di Palermo a contrasto dei traffici illeciti di sostanze stupefacenti, si inserisce nel più ampio dispositivo realizzato sul territorio per il contrasto ai traffici illeciti e per il contrasto all’infiltrazione della criminalità organizzata nel tessuto economico produttivo mediante la sistematica aggressione dei patrimoni e delle disponibilità finanziarie riferibili direttamente o indirettamente alle organizzazioni delinquenziali.

STRETTA DELLA POLIZIA DI STATO SULLE VIOLAZIONI DELLE MISURE DI DISTANZIAMENTO SOCIALE: SANZIONI, DENUNCE E SOSPENSIONI DI ATTIVITA’ 

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Anche nel corso dell’ultimo week end, la Polizia di Stato ha esercitato uno stringente controllo sui locali della movida ed in quelli ove era possibile si verificassero assembramenti in violazione delle misure di distanziamento sociale.

Multe salate, provvedimenti sospensivi e denunce penali sono gli strumenti usati, non soltanto per sanzionare una violazione di legge ma anche per ricordare quanto irresponsabile e potenzialmente nocivo per la collettività sia il comportamento di chi non previene il contagio con il distanziamento.

Nella zona della Kalsa e della Magione, i poliziotti del Commissariato di P.S. “Oreto-stazione”, unitamente a personale della Polizia Municipale, hanno registrato assembramenti irregolari in tre pub su quattro: in tutti e tre i casi, è stata elevata la sanzione di 400,00 euro, per due dei tre locali si è adottato il provvedimento accessorio della chiusura di 5 giorni, per un pub la chiusura di due giorni.

La sera dello scorso 25 settembre, un controllo operato dai poliziotti della Divisione di Polizia Amministrativa e Sociale della Questura presso Villa Bordonaro, piazza Croci, ha riscontrato lo svolgimento di uno spettacolo musicale con una band e, a seguire, uno spettacolo musicale con Dj set. All’evento, per altro pubblicizzato sui social dalla stessa band, erano presenti 300 persone, la maggior parte delle quali non indossava mascherina. Anche in questo caso è scattata la sanzione amministrativa accompagnata dalla sospensione dell’attività per 5 giorni.

Il titolare del locale è stato segnalato all’Autorità Giudiziaria per avere consentito lo svolgimento di attività da ballo senza essere in possesso della prescritta licenza questorile.

I servizi proseguiranno nel corso delle prossime settimane.

‘UNA STANZA TUTTA PER SÈ’: INAUGURATA OGGI A PALERMO

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Questa mattina all’interno della Caserma “Giacinto Carini”, sede del Comando Provinciale Carabinieri di Palermo, è stata inaugurata un’aula per le audizioni protette di donne nell’ambito del Progetto “Una stanza tutta per sé” alla presenza del Prefetto di Palermo, Dott. Giuseppe Forlani, del Comandante Provinciale dei Carabinieri di Palermo, Generale di Brigata Arturo Guarino, del Procuratore Aggiunto responsabile del “Pool fasce deboli” della Procura di Palermo, Dott.ssa Annamaria Picozzi, del Presidente del “Club Soroptimist International di Palermo, Prof.ssa Anna Maria Pepi e del Comandante del Nucleo Operativo della Compagnia Piazza Verdi nonché coordinatrice operativa della “Rete antiviolenza dei Carabinieri di Palermo”, Ten. Giada Conti.
Il progetto “Una stanza tutta per sé” siglato fra l’Arma e la Soroptimist International d’Italia ha portato alla realizzazione di numerose aule per audizioni nelle caserme sul territorio, con lo scopo di sostenere la donna nel delicato momento della denuncia di violenze e abusi.
“Una stanza tutta per sé” è un ambiente protetto che tende a trasmettere una sensazione di accoglienza differente da quello istituzionale che usualmente circonda chi deve esternare le proprie sofferenze.
La crescente sensibilità del tema è un segnale di concreta apertura nei confronti delle vittime della violenza di genere, le quali vengono accompagnate passo per passo in questo percorso dai militari della “Rete Antiviolenza Carabinieri di Palermo”.
La Rete è costituita da militari distintisi per particolari attitudini personali e professionali, con il compito di affiancare i colleghi delle Stazioni Carabinieri della Provincia di Palermo nel complesso dialogo con le vittime di reati di genere.
Sono referenti qualificati che hanno perfezionato lo studio sui fattori di rischio, sulle procedure di intervento e sull’accesso al “sistema Giustizia”, con particolare riguardo alle misure a sostegno delle vittime.
La realizzazione di spazi dedicati è un concreto invito a far emergere i reati della violenza di genere che solo tramite la denuncia possono essere affrontati e superati.

ARRESTATO UN NIGERIANO LATITANTE, ACCUSATO DI STALKING NEI CONFRONTI DI UNA SUA CONOSCENTE

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La Polizia di Stato ha tratto in arresto un cittadino originario della Nigeria di 34enne, in esecuzione di una misura di custodia cautelare in carcere. Sono stati i poliziotti del Commissariato di P.S. “Partinico” a porre fine alla fuga dello straniero che, dallo scorso 10 settembre, era formalmente latitante, essendosi sottratto all’esecuzione del provvedimento restrittivo che aveva aggravato il divieto di avvicinamento alla parte offesa in custodia carceraria. L’uomo risulta essere accusato di atti persecutori e lesioni personali aggravate.
Dal 10 settembre, i poliziotti, anche facendo ricorso al prezioso contributo di attività tecniche, avevano battuto ogni spazio della provincia palermitana per rintracciare l’uomo, setacciando i luoghi di sua principale frequentazione del capoluogo, come la zona della stazione ferroviaria centrale ed il mercato di Ballarò, oltre a numerosi ambiti della provincia. Proprio a Carini, nei pressi di un’attività commerciale, i poliziotti del Commissariato di P.S. “Partinico” sono riusciti a scovarlo ed a trarlo in arresto.
A riprova della pericolosità del cittadino nigeriano, sono stati registrati, anche nel corso della sua latitanza, svariati tentativi di contattare la vittima e reiterare il reato, cagionandole quindi ulteriori pregiudizi.
L’uomo risulta recluso presso la casa circondariale “Lorusso

SEQUESTRATA LAVANDERIA ABUSIVA

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Nei giorni scorsi i Finanzieri della Compagnia di Partinico, nell’ambito di autonoma attività investigativa a contrasto del sommerso da lavoro, hanno individuato un’attività di lavanderia totalmente abusiva, sita in Borgetto, risultata priva di titoli autorizzativi rilasciati dal competente Sportello Unico Attività Produttive nonché priva di partita IVA e pertanto completamente sconosciuta al fisco (evasore totale) e di qualsiasi autorizzazione amministrativa.

In particolare, da preliminari accertamenti svolti dalle Fiamme Gialle erano emersi consumi anomali di energia elettrica e la sussistenza di potenziali violazioni alla normativa ambientale. Veniva così richiesto all’A.G. competente l’emissione di un decreto di perquisizione la cui esecuzione ha permesso di accertare l’esistenza di una lavanderia artigianale, gestita da due sorelle del posto, allestita in modo precario e in totale assenza di qualsiasi autorizzazione amministrativa.

Gli ulteriori accertamenti eseguiti hanno permesso di appurare, oltre alle citate violazioni, la mancanza di specifica documentazione prevista dal Testo Unico Ambiente per la particolare tipologia di attività (Autorizzazione Unica Ambientale, denuncia annuale delle acque reflue industriali, relazione tecnica dell’impianto di depurazione e autorizzazione allo scarico in fognatura).

Per tale motivo le Fiamme Gialle hanno proceduto al sequestro penale del locale e delle attrezzature trovate al suo interno e a denunciare le titolari alla Procura della Repubblica di Palermo per la ipotesi di reato di cui agli artt. 124-125 del T.U. Ambiente di cui al D. Lgs. 152/2006 (omessa domanda dì autorizzazione agli scarichi di acque reflue industriali).

Inoltre, atteso lo stato fatiscente dei luoghi, le scarse condizioni igieniche, gli spazi angusti in cui vi era un’elevata concentrazione di apparecchiature elettriche, capi in fase di lavaggio (e, dunque, bagnati) ovvero già trattati, confezionati e pronti per la consegna, fili elettrici pendenti, carenza di vie di aereazione e di uscite d’emergenza, i militari operanti hanno proceduto a segnalare all’A.G. delegante anche le gravi violazioni riscontrate in materia di sicurezza sul lavoro previste dal Testo Unico sulla salute e sicurezza sul lavoro e integranti un rischio effettivo sia per i lavoratori addetti che per i clienti, soprattutto in questa fase di emergenza epidemiologica da Covid-19 in cui i processi di sanificazione risultano fondamentali per il contenimento della pandemia.
Nei confronti delle due sorelle si procederà, inoltre, alla contestazione delle relative sanzioni amministrative per importi che vanno da un minimo di €. 250 a un massimo di €. 5.000 per violazione delle norme specifiche relative all’esercizio abusivo dell’attività di tinto-lavanderia nonché alla contestazione delle relative sanzioni amministrative in materia tributaria per mancata installazione del registratore di cassa (sanzionata con la pena pecuniaria da € 1.032 a € 4.131) e mancata tenuta delle scritture contabili obbligatorie (che prevede una sanzione amministrativa da € 1.000 a € 8.000).
Inoltre, i successivi approfondimenti investigativi hanno permesso ai finanzieri di rilevare che il marito di una delle due titolari aveva richiesto e beneficiato del “reddito di emergenza”: attesa l’omessa comunicazione della posizione lavorativa svolta dalla moglie, la quale – seppure esercitata in forma abusiva – costituisce una fonte reddituale per il nucleo familiare, si è altresì proceduto a deferire all’A.G. il percettore indebito per la violazione dell’art. 483 C.P. e alla comunicazione all’INPS della posizione del soggetto per la revoca del beneficio e il recupero degli importi finora erogati, ammontanti ad Euro 1.120,00.
L’operazione rientra tra i compiti istituzionali della Guardia di Finanza quale polizia economico – finanziaria costantemente impegnata nella lotta alle attività commerciali illegali e a tutela delle imprese che operano nel rispetto delle regole.