CONTROLLI A TAPPETO SUL BONUS CULTURA: DENUNCE, IN TANTI TREMANO

Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Lecce hanno concluso un’attività ispettiva nei confronti di una società avente sede nell’hinterland della provincia salentina volta ad accertare l’eventuale indebita percezione del c.d. “bonus cultura” negli anni 2016, 2017 e 2018.

Al fine di promuovere lo sviluppo della cultura e la conoscenza del patrimonio culturale, il già Ministero dei Beni e Attività Culturali e Turismo aveva assegnato a tutti i cittadini italiani o di altri Paesi membri dell’Unione europea residenti nel territorio nazionale, maggiorenni a partire dal 2016, una carta elettronica, dell’importo nominale massimo di euro 500, da utilizzare per assistere a rappresentazioni teatrali e cinematografiche, per l’acquisto di libri, nonché per l’ingresso a musei, mostre ed eventi culturali, monumenti, gallerie, aree archeologiche, parchi naturali e spettacoli dal vivo.

I finanzieri della Tenenza di Maglie hanno constatato che la società oggetto del controllo, nelle annualità 2017 e 2018 ha effettuato vendite di beni non previsti per il riconoscimento del suddetto “bonus” dalla Legge n. 208/15, quali computer, tablet, smartphone, TV, ecc., consentendo l’indebito accesso al beneficio da parte di oltre 2.500 soggetti dimoranti non solo nei comuni della provincia di Lecce, ma anche in altri del territorio regionale e nazionale.

Le investigazioni hanno permesso di accertare vendite non contemplate dalla normativa di riferimento per un valore complessivo di quasi 1 milione di euro, nonché l’applicazione delle previste sanzioni amministrative nei confronti di tutti gli utilizzatori dei buoni.

Comunicate le risultanze al Ministero della Cultura, lo stesso ha proceduto nei confronti dell’attività commerciale alla cancellazione cautelare dall’elenco degli esercenti “18APP”, alla revoca delle credenziali alla piattaforma, alla sospensione dei pagamenti residui ed al recupero delle somme indebitamente percepite.

Le attività di controllo testimoniano l’impegno della Guardia di Finanza nell’azione di contrasto ad ogni forma di illecito a danno della spesa pubblica nazionale, a tutela delle uscite statali e comunitarie, al fine di prevenire e reprimere lo sperpero di denaro pubblico e nel tutelare tutti i cittadini rispettosi delle regole che hanno beneficiato del “Bonus Cultura” utilizzandolo per le finalità previste.

REATI FALLIMENTARI: ARRESTI

I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Milano hanno dato esecuzione a due distinte ordinanze di custodia cautelare emesse dai GG.I.P. presso i Tribunali di Milano e Pavia, e a numerosi decreti di perquisizione locale e personale nei confronti di due distinti contesti criminali.

Le misure restrittive della libertà, giunte al termine di complesse indagini svolte dai finanzieri delle Compagnie di Corsico e Magenta per reati societari, fallimentari, tributari, contro il patrimonio e contro l’economia, hanno colpito in totale 11 soggetti, 3 dei quali sono stati destinatari di entrambi i provvedimenti.

In particolare, i finanzieri della Compagnia di Corsico, delegati dalla Procura di Milano, hanno individuato un’organizzazione criminale, con base a Trezzano sul Naviglio, dedita alla commissione di reati di natura societaria, fallimentare e tributaria, mediante l’acquisizione e la costituzione di 25 società intestate a prestanome. Gli indagati, infatti, accumunati dalla componente associativa, avrebbero distratto beni e ingenti somme di denaro dai patrimoni aziendali e sottratto sistematicamente al pagamento delle imposte e dei contributi previdenziali, falsificando i bilanci e facendo anche ricorso all’emissione e all’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.

L’attività di polizia giudiziaria, posta in essere anche con l’ausilio dei Reparti del Corpo di Varese, Napoli, Salerno e Lecce, ha portato all’esecuzione di 9 misure cautelari personali di cui 3 in carcere e 3 ai domiciliari, 2 di divieto di dimora 1 di obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, ed al sequestro preventivo di somme per oltre 33 milioni di euro, nonché al sequestro di n. 127 automezzi.

Contestualmente, le Fiamme Gialle di Magenta hanno sviluppato un’indagine delegata dalla Procura di Pavia, nei confronti di 10 società operanti nell’hinterland milanese nel settore dell’autotrasporto e del commercio di carburante, formalmente intestate a prestanome ma, che sarebbero, in realtà, riconducibili ad alcuni membri di una famiglia di Trezzano sul Naviglio.

Gli indagati, anche in questo caso, avrebbero distratto regolarmente beni societari e somme di denaro, evadendo le imposte attraverso l’interposizione di nuove società appositamente create e predestinate al fallimento. La commistione tra le imprese era infatti tale da innescare una continuazione tra le società ormai “svuotate” e quelle neo istituite, con i relativi passaggi di disponibilità finanziarie, di personale dipendente e delle commesse. I profitti così generati sarebbero stati quindi dirottati verso le nuove società, nonché immagazzinati nelle casseforti del “gruppo”, costituite da società immobiliari.

Nel corso delle indagini, inoltre, i finanzieri hanno scoperto che durante la pandemia i dipendenti delle ditte di autotrasporto e delle pompe di benzina avevano continuato a lavorare nonostante percepissero il sostegno della cassa integrazione da parte dell’INPS, per complessivi 223.000 euro. Tale importo è stato oggetto di apposito sequestro preventivo per equivalente da parte dei militari della Compagnia di Magenta che hanno eseguito 5 misure di custodia cautelare, delle quali 3 in carcere e 2 agli arresti domiciliari.

Durante le investigazioni, i Reparti delle Fiamme Gialle milanesi hanno riscontrato delle convergenze soggettive, motivo per cui, previo coordinamento fra le due AA.GG., i due distinti provvedimenti sono stati eseguiti simultaneamente.

L’operazione, che ha visto impiegati oltre 100 militari del Comando Provinciale Milano, testimonia il sempre attento e costante impegno del Corpo a tutela degli interessi dell’erario, della libera e leale concorrenza tra imprese e a salvaguardia della corretta erogazione delle forme di sostegno al lavoro da parte dell’Ente previdenziale.

La diffusione del presente comunicato stampa è stata autorizzata dalle Procure della Repubblica di Milano e Pavia in ottemperanza alle disposizioni del Decreto Legislativo

VACANZE & TRUFFE: AUMENTANO I CASI. CONSIGLI ANTI – TRUFFA PER PRENOTARE LA CASA VACANZA


La Polizia di Stato e Airbnb rinnovano la campagna di prevenzione per aiutare chi si affaccia per la prima volta alle prenotazioni online a riconoscere e stare alla larga dai tentativi di raggiro più diffusi. Perché se prenotare online un alloggio per le vacanze è facile, bisogna però fare i conti con la possibilità di imbattersi in tentativi di truffa.
Sempre più persone scelgono di organizzare in totale autonomia le vacanze, e purtroppo questa tendenza ha attirato l’attenzione dei malintenzionati. Secondo il 1° Rapporto Censis-DeepCyber, al 65% circa degli italiani è capitato di essere bersaglio di e-mail ingannevoli nel tentativo di convincere le potenziali vittime a condividere dati sensibili. Inoltre, le prenotazioni di viaggi e alloggi figurano fra le cinque attività digitali che gli italiani ritengono a più alto rischio per la sicurezza dei propri dati personali.
“Con l’avvicinarsi del periodo estivo il numero delle persone che prenotano ed acquistano “in Rete” viaggi e vacanze è in costante aumento – dichiara il Dirigente del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni Sicilia Occidentale di Palermo, complice anche la ricerca di offerte a bassissimo costo. Purtroppo non sempre queste attività risultano immuni da rischi, cosi come rilevato dalle segnalazioni di truffa pervenute al portale della Polizia Postale http://www.commissariatodips.it.
Talvolta si può cadere nella trappola di siti “civetta” artatamente contraffatti o di singoli individui senza scrupoli, che pubblicizzano pacchetti vacanze a prezzi scontatissimi nascondendo vere e proprie truffe. Il nostro obiettivo – conclude il Dirigente della Polizia Postale – è anche aiutare gli utenti a comprare in totale tranquillità indipendentemente dal proprio livello di informatizzazione. Per questo motivo abbiamo realizzato in collaborazione con Airbnb una guida online all’e-commerce sicuro con alcuni utili consigli e pratici suggerimenti per acquisti online senza problemi.”


Ecco le truffe più ricorrenti da cui tenersi alla larga
1. La trattativa internazionale: Un proprietario fittizio appena trasferitosi all’estero non può accogliervi di persona. La trattativa a distanza è il preludio di una richiesta di bonifico internazionale. Inizierà così a richiedere documenti (utili per costruire la sua prossima falsa identità), condividere non meno di 2-3 bozze di contratto À la carte, in un crescendo di zelo che culminerà nella necessità di concludere l’affare entro 24 ore. Il tutto seguito da una finta pagina di prenotazione, una finta fattura e una vera scomparsa dopo aver ricevuto una caparra importante.
2. Il rimpiattino: L’host ha creato un annuncio su un sito di seconda mano, o immobiliare, ma non appena chiederete informazioni vi dirà di spostarvi da un canale all’altro; ad esempio proponendovi tramite l’app ufficiale di continuare la conversazione per posta elettronica o messaggistica. Dopo alcune richieste di dettagli sul vostro arrivo, vi manderà un’altra e-mail informandovi che per un problema con l’aggiornamento del calendario l’annuncio non è al momento visibile nella ricerca (in realtà lo ha rimosso), e vi fornisce per comodità il link diretto all’annuncio sul portale, ma si tratta di un sito clone.
3. La proposta indecente: Anche in questo caso l’host ha creato da poco tempo un annuncio, sprovvisto di recensioni ma accattivante. Il truffatore è amichevole, gentilissimo e lieto che abbiate scelto la sua casa e vi proporrà anche un sensibile sconto. Dunque suggerisce di annullare la prenotazione e di trattare privatamente, così da risparmiare entrambi la commissione del portale. Una volta incassato il bonifico, il truffatore sparirà.
I consigli per non essere ingannati
1. Occhio a link condivisi via email o da altri siti: Diffidate da chi vi propone affitti sui social, su siti di annunci di seconda mano o portali immobiliari per poi portarvi su un altro portale ufficiale. C’è il rischio che condividano un link ad un sito fasullo. Occhio alle e-mail con il logo della piattaforma: non è detto che siano autentiche. Le prenotazioni si concludono solamente dal sito o dall’app: se l’e-mail include la richiesta di un bonifico bancario, si tratta verosimilmente di una truffa.
2. Occhio ai siti-clone: Per prenotare dal telefonino, utilizzate l’applicazione, scaricandola dallo store ufficiale e non attraverso la navigazione internet. Dal computer, assicuratevi che le pagine non abbiano un indirizzo strano e che sia presente l’icona del lucchetto.
3. Non comunicate fuori dal sito: Non comunicate via e-mail o attraverso Whatsapp e diffidate da chi vi propone di lasciare il portale per accordarvi privatamente con la promessa di uno sconto: è il preludio ad una richiesta di bonifico. Inoltre, non sarete più tutelati dalle garanzie della piattaforma. Restando nella chat dell’applicazione, potrete segnalare in qualsiasi momento al servizio clienti comportamenti sospetti.
4. Leggete l’annuncio con attenzione: Un annuncio ben curato è di solito indice di un host e di una casa altrettanto in ordine. Attenzione ad un prezzo troppo competitivo per la settimana di Ferragosto, descrizioni particolarmente vaghe, la totale mancanza di recensioni o un profilo utente creato da pochi giorni.
5. Airbnb non è un’agenzia immobiliare: Diffidate di chi vi dice di aver dato incarico al sito di mostrarvi la casa. Il sito infatti è solamente un portale di intermediazione, equidistante da host e guest.
6. Non pagate mai direttamente con bonifico: Se vi viene proposto di inviare una caparra, non fidatevi: è contrario ai termini del servizio. Pagate esclusivamente attraverso carta di credito sul sito e in nessun altro modo. La piattaforma di intermediazione on line trattiene l’intera somma dalla vostra carta e la inoltra all’host solamente 24 ore dopo l’avvenuto check-in, dandovi il tempo di arrivare a destinazione e verificare che la casa sia esattamente come pubblicizzata.
7. Attenzione agli alloggi ‘esca’: Se una volta arrivati a destinazione vi si chiede un cambio di sistemazione, ovviamente non all’altezza di quella prenotata, usando come scusa un problema improvviso sorto nell’appartamento originario che lo ha reso momentaneamente inagibile, la cosa migliore è documentare tutto e contattare subito la piattaforma per avere un rimborso totale.

ANTIMAFIA: COLPITO GRUPPO IMPRENDITORIALE DEL SETTORE EDILE



La Direzione Investigativa Antimafia ha eseguito un decreto di sequestro beni, emesso dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere – Sezione Misure di Prevenzione – su proposta congiunta del Procuratore della Repubblica di Napoli e del Direttore della DIA, nei confronti di un imprenditore operante nel settore dei rifiuti e dell’edilizia, operante nelle provincie di Napoli e Caserta.
Il proposto, a capo di un gruppo imprenditoriale più ampio, aveva assunto una posizione dominante nel settore, grazie al rapporto privilegiato intessuto con Michele e Pasquale Zagaria, documentato nelle indagini dirette dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, che hanno condotto alla sua condanna, nel 2021, in primo grado, ad opera del Tribunale di S. Maria Capua Vetere alla pena di anni 7 di reclusione, per concorso esterno in associazione mafiosa.
Le indagini hanno consentito di ricostruire una parte significativa delle vicende attinenti all’emergenza rifiuti in Campania ed all’intervento di imprese mafiose nel settore del trasporto, della costruzione di discariche, della predisposizione delle piazzole per la stiva delle ecoballe, e per la gestione dei rifiuti nei Cdr.
Nel tempo, il gruppo imprenditoriale facente riferimento al destinatario del decreto di sequestro ha garantito ai clan camorristici un’immagine di apparente legalità dell’imprenditoria del settore dei rifiuti e dell’edilizia, ottenendo una crescita esponenziale dei fatturati e dei mezzi tale da giustificare l’ingresso nei grandi appalti pubblici, ponendosi come stabile intermediario tra l’organizzazione camorristica e soggetti pubblici.
Il decreto, che ha interessato beni per un valore complessivo stimato in circa 4 milioni di euro, ha disposto il sequestro di prevenzione di quanto risultato nella disponibilità diretta ed indiretta dell’imprenditore: 2 società; 21 immobili ubicati nelle province di Caserta, Napoli e Latina (6 terreni e 15 fabbricati), tra cui una villa in Sperlonga (LT); 15 rapporti finanziari; 2 autovetture.

GOCCE DI VANGELO DEL 30 GIUGNO 2022

Gocce dal Vangelo odierno – Rubrica di Santo Orlando

(Mt 9,1-8): In quel tempo, salito su una barca, Gesù passò all’altra riva e giunse nella sua città. Ed ecco, gli portavano un paralitico disteso su un letto. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Coraggio, figlio, ti sono perdonati i peccati». Allora alcuni scribi dissero fra sé: «Costui bestemmia». Ma Gesù, conoscendo i loro pensieri, disse: «Perché pensate cose malvagie nel vostro cuore? Che cosa infatti è più facile: dire “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati e cammina”? Ma, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati: Àlzati —disse allora al paralitico—, prendi il tuo letto e va’ a casa tua». Ed egli si alzò e andò a casa sua. Le folle, vedendo questo, furono prese da timore e resero gloria a Dio che aveva dato un tale potere agli uomini.

«Àlzati, prendi il tuo letto e va’ a casa tua»

Nel Vangelo odierno troviamo una delle dimostrazione della misericordia del Signore in due aspetti nello stesso tempo: d’innanzi alla malattia del corpo e d’innanzi a quella dell’anima. E visto che l’anima è più importante, Gesù inizia da qui. Sa che il malato è pentito delle sue colpe, vede la sua fede e di quelli che lo portano, e dice «Coraggio, figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati» (Mt 9,2).
Perché inizia da dove nessuno glielo ha chiesto? È chiaro che legge i suoi pensieri e sa che è proprio questo di cui sarà grato questo paralitico, che, probabilmente, vedendosi di fronte alla santità di Cristo, sentirebbe confusione e vergogna per le proprie colpe, con un certo timore che potessero essere di ostacolo per la grazia della salute. Il Signore vuole calmarlo. Non importa che i maestri della legge mormorino nei loro cuori. Piuttosto, fa parte del suo messaggio dimostrare che è venuto a elargire misericordia con i peccatori, e ora lo vuole proclamare.
E coloro, che, cechi per l’orgoglio, si ritengono giusti, non accettano la chiamata di Gesù; e al contrario lo accolgono quelli che sinceramente si considerano peccatori. Davanti a loro Dio si manifesta perdonandoli. l’uomo orgoglioso è una grande miseria, però più grande è la misericordia del Dio umile. E in questo caso, la misericordia divina va ancor più in là: come aggiunta al perdono gli restituiste la salute: «alzati, disse allora il paralitico, prendi il tuo letto e và a casa tua» (Mt 9,6). Gesù vuole che la felicità del peccatore convertito sia completa.
La nostra fiducia in Lui si deve consolidare.

INTENSIFICAZIONE DEI CONTROLLI NEI CANTIERI EDILI

E’stato individuato un lavoratore in nero di nazionalità albanese, senza permesso di soggiorno ed è stato accertato che la ditta non aveva effettuato le visite mediche di idoneità al lavoro, la formazione e l’informazione sulla sicurezza del lavoro, ad alcuni degli operai presenti in cantiere.

Nell’ultima settimana infatti si sono svolti dei controlli ispettivi operati in sinergia dai Carabinieri della Stazione di Assoro e del Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Enna, ed è stato individuato un cantiere di ripavimentazione di un tratto di strada urbana. Varie irregolarità riscontrate sia dal punto di vista del lavoro nero che della sicurezza in materia del lavoro.
Il cantiere è stato sospeso per la violazione del lavoro nero e sono state impartite delle prescrizioni a regolarizzare le violazioni della normativa in materia di sicurezza. Sono state accertate violazioni corrispondenti ad ammende penali per euro 31.449,00 e sanzioni amministrative per euro 6.820,00 e sarà deferito alla Procura della Repubblica di Enna il Responsabile della ditta affidataria dei lavori.
I controlli dei Carabinieri del Comando Provinciale di Enna e del Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro, d’intesa anche con l’Ispettorato Territoriale del Lavoro, e con il coordinamento della Procura della Repubblica di Enna proseguiranno al fine di conseguire il rispetto della normativa giuslavoristica e della sicurezza del lavoro nello specifico settore edile.

GOCCE DI VANGELO DEL 29 GIUGNO 2022

Gocce dal Vangelo odierno – rubrica di Santo Orlando

(Mt 16,13-19): In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».

«Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente»

Una cosa è certa ed anche Chiara: se vogliamo essere veramente cristiani dobbiamo camminare, costruire e confessare; Cioé, dobbiamo andare avanti sulla nostra strada vitale, costruendo la Chiesa e confessando il Signore. Noi possiamo camminare quanto vogliamo, possiamo edificare tante cose, ma se non confessiamo Gesù Cristo, la cosa non va. Diventeremo una ONG assistenziale, ma non la Chiesa, Sposa del Signore.
Nel Vangelo odierno c’è un fatto centrale per la vita di Pietro e la Chiesa. Gesù chiede a quel pescatore di Galilea un atto di fede nella sua condizione divina e Pietro non esita a dire:
«Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente» (Mt 16,16).
Anche se siamo assistiti dalla forza dello Spirito Santo, abbiamo bisogno lo stesso della nostra preghiera giornaliera, perché la missione che abbiamo è di grande importanza per la nostra crescita e la vita della Chiesa: dobbiamo essere fondamento sicuro per tutti i cristiani.
Il vero cambiamento parte da dentro noi.

OPERAZIONE DELLA DIA: COLPITO UN IMPRENDITORE LEGATO ALLA MAFIA

La Direzione Investigativa Antimafia ha eseguito un provvedimento di sequestro di beni emesso dal Tribunale di Caltanissetta – Sezione Misure di prevenzione nei confronti di un noto imprenditore 45 enne di Gela, già gravato da numerosi precedenti in quanto condannato per associazione mafiosa, estorsione, usura, evasione, detenzione illecita di stupefacenti e detenzione illegale di armi.
Il provvedimento ablativo fa seguito ad una proposta di misura di prevenzione patrimoniale e personale avanzata dalla Procura della Repubblica di Gela – congiuntamente al Direttore della Direzione Investigativa Antimafia – e si inserisce nel cosiddetto sistema definito “doppio binario” mediante il quale i beni riconducibili al prevenuto vengono sequestrati sia nell’ambito di un procedimento penale che nell’ambito del procedimento di misura di prevenzione; in particolare le due attività economiche risultavano già sottoposte a sequestro per il reato di trasferimento fraudolento di valori – meglio noto come intestazione fittizia di beni – nell’ambito di un procedimento penale avviato dalla Procura della Repubblica di Gela.
Il prevenuto, attualmente imputato per trasferimento fraudolento di valori, falso e truffa nonché indagato per bancarotta fraudolenta, ha mantenuto negli anni una pericolosità sociale perseguendo e continuando il proprio disegno criminoso, consistito nella gestione di fatto di due aziende a lui riconducibili anche successivamente all’applicazione di una misura cautelare personale.
L’intero quadro investigativo ricostruito dalla DIA e dalla Procura di Gela, anche sulla base dei procedimenti penali recentemente conclusi, ha quindi convinto il Tribunale della prevenzione di Caltanissetta ad emettere un sequestro anticipato di beni ritenuti provento di attività delittuose.
A tale provvedimento, per natura temporaneo, seguirà la successiva fase di giudizio, con la partecipazione del prevenuto, volto alla confisca dei beni individuati. Oggetto del provvedimento sono l’intero capitale sociale ed il complesso aziendale dei beni di due società di Gela operanti nel settore del commercio all’ingrosso di frutta ed ortaggi, 2 motocicli ed alcuni rapporti bancari direttamente intestati al prevenuto e/o a suoi familiari per un valore complessivo di circa 2.000.000,00 di euro.

CONFISCATI BENI PER CIRCA 2.000.000 EURO A BADAGLIACCA ANTONIO

Le attività d’indagine finalizzate all’individuazione delle disponibilità economico-imprenditoriali riconducibili ad appartenenti all’organizzazione mafiosa “Cosa nostra”, svolte dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Palermo, avevano già portato, nel marzo 2020, all’emissione da parte della Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo, che aveva accolto le richieste della locale Procura della Repubblica, di un provvedimento di confisca di beni per un valore complessivo di circa 2.000.000 euro a carico di BADAGLIACCA Antonio, nato a Monreale il 27.04.1946, recentemente deceduto.

Con il provvedimento è stata dichiarata l’irrevocabilità della confisca e l’ingente patrimonio, riconducibile a “Cosa nostra”, è entrato definitivamente a far parte del patrimonio dello Stato.

BADAGLIACCA Antonio era stato tratto in arresto nell’operazione denominata “Perseo” con l’accusa di essere stato il reggente della famiglia mafiosa di Monreale, riportando una condanna ad anni 8 e mesi 6 di reclusione.

Il provvedimento di confisca definitiva ha riguardato i seguenti beni:

– nr. 03 abitazioni site in Monreale (PA);

– nr. 02 ville site in Monreale (PA);

– nr. 03 magazzini siti in Monreale (PA);

– nr. 01 lastrico solare sito in Monreale (PA);

– nr. 10 appezzamenti di terreno siti in Monreale (PA);

– nr. 18 rapporti bancari.

Associazione culturale evade il fisco da 2016


I militari della Guardia di Finanza, nell’ambito delle attività volte al contrasto dell’evasione ed elusione fiscale, hanno verificato la posizione di un’associazione culturale e di promozione turistica, risultata essere evasore totale negli anni d’imposta dal 2016 al 2021.

L’attività trae origine da un’analisi info-investigativa condotta dai militari della Compagnia Guardia di Finanza di Caltagirone riguardante il settore del turismo e della promozione culturale delle città d’arte.

In particolare, tra le tante attività commerciali esaminate, è stata individuata la posizione fiscale di un’associazione culturale operante nel settore turistico a mezzo di moto-calessini utilizzati per giri turistici del centro storico della città calatina.

Lo stratagemma utilizzato dall’associazione sarebbe stato quello di incassare i pagamenti relativi ai tours effettuati dagli avventori facendoli figurare quali quote associative degli ignari turisti, spesso anche di origine straniera, omettendo quindi le relative rendicontazioni e comunicazioni ai fini fiscali.

Le Fiamme Gialle Calatine, basandosi anche sui documenti rinvenuti in fase di accesso presso la sede dell’associazione, hanno ricostruito il volume d’affari dell’associazione che, in considerazione anche delle limitazioni e restrizioni imposte nel periodo segnato dalla pandemia da agente patogeno COVID-19, è risultato essere di circa € 286.000,00 per un periodo dal 2016 al 2021 e un’I.V.A. dovuta pari ad € 62.000,00.

Durante le fasi di accertamento è stata altresì riscontrata la presenza di un lavoratore subordinato in “nero” poiché l’associazione non ha adempiuto agli obblighi comunicativi previsti per l’assunzione di lavoratori dipendenti.

In particolare, il lavoratore subordinato appariva invece formalmente quale volontario dell’associazione.

Per tale ultima fattispecie i Finanzieri della Compagnia di Caltagirone hanno proceduto alla segnalazione del legale rappresentante dell’associazione culturale ai competenti uffici dell’I.N.P.S., contestando nel contempo la prevista maxi-sanzione amministrativa ammontante ad € 1.800,00 nel caso di mancata regolarizzazione della posizione lavorativa.