Sviluppo economico, domenica a Palermo Schifani e Tamajo al convegno dell’assessorato Attività produttive 


Le risorse destinate alla crescita economica e le strategie per il futuro dell’Isola. Sarà questo il tema del convegno “Sviluppo economico made in Sicily: qual è la Sicilia del futuro?”, organizzato dall’assessorato regionale delle Attività produttive alle Terrazze del Charleston, a Palermo, domenica 2 aprile alle ore 10. 
 «Sarà l’occasione – afferma l’assessore Edy Tamajo – per chiamare a raccolta gli esponenti del sistema pubblico e privato dell’Isola sulle questioni più importanti da affrontare per costruire insieme un futuro comune per Palermo e la Sicilia. Al centro dell’incontro i bandi pubblicati dal mio assessorato e le proposte del governo Schifani da affiancare ai consigli dei cittadini. Sono convinto che la pubblica amministrazione, infatti, ha sempre più bisogno di un supporto di idee e contributi da parte delle imprese e delle parti sociali». 
 Al dibattito, moderato dal giornalista Nino Amadore (Sole 24 Ore), interverranno il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, l’assessore regionale alle Attività produttive, Edy Tamajo, il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, il dirigente generale del dipartimento delle Attività produttive, Carmelo Frittitta, il presidente e il direttore dell’Irfis, Iolanda Riolo e Giulio Guagliano, il commissario straordinario dell’Irsap, Marcello Gualdani, il commissario straordinario della Zes Sicilia occidentale, Carlo Amenta, e il presidente della Camera di Commercio Palermo-Enna, Alessandro Albanese.
 L’evento si concluderà con una intervista della giornalista Elvira Terranova (Adnkronos) al governatore Renato Schifani.

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Collegamenti isole minori. Al via le agevolazioni per lavoratori e residenti



Definiti i criteri per le agevolazioni tariffarie nei collegamenti dalla Sicilia per le isole minori. L’assessore regionale alle Infrastrutture Alessandro Aricò ha firmato il decreto che dà attuazione alla norma contenuta nella legge di stabilità approvata dall’Ars a febbraio, che stanzia 1,4 milioni di euro. A usufruire delle facilitazioni sono: i dipendenti che prestano servizio pubblico nelle isole, a cui è garantita la circolazione gratuita; i dipendenti privati, che avranno uno sconto; i residenti di Alicudi, Filicudi, Marettimo, Levanzo e Linosa, che viaggeranno gratis nelle tratte da e verso l’isola principale di ciascun arcipelago.

Le disposizioni, che entrano in vigore da sabato primo aprile, prevedono che gli interessati debbano preventivamente recarsi nei rispettivi Comuni delle isole, dove lavorano o risiedono. Saranno poi i singoli enti locali a comunicare alle società di navigazione l’elenco dei beneficiari.

«Diamo attuazione – sottolinea l’assessore Aricò – a una norma della legge finanziaria, voluta dal governo Schifani. Per la prima volta introduciamo la gratuità per i collegamenti di chi svolge un servizio pubblico e dei residenti delle isole più lontane per raggiungere quella principale nei rispettivi arcipelaghi, oltre a una speciale scontistica per tutti i lavoratori, anche stagionali. Era un impegno preso che abbiamo mantenuto».

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Crisi idrica, situazione grave. Servono soluzioni a breve



La necessità di una sinergia tra i rami dell’amministrazione competenti, per affrontare operativamente la crisi idrica in Sicilia e programmare i primi interventi. È quanto è emerso oggi nella prima riunione del tavolo tecnico permanente per contrastare l’emergenza siccità in Sicilia. L’organo consultivo, istituito nei giorni scorsi dal presidente della Regione Renato Schifani, si è riunito a Palazzo d’Orléans.

«Poniamo in atto – ha detto Schifani – una serie di azioni immediate che tenderanno a ridurre il rischio di situazioni di emergenza nella distribuzione dell’acqua, con il coinvolgimento del settore dighe e dei consorzi di bonifica e continuiamo a monitorare la situazione pianificando gli interventi di spesa attraverso una necessaria cooperazione tra i diversi rami dell’amministrazione. Siamo pronti ad avviare un’interlocuzione con il governo di Roma, su un tema delicato e importante anche a livello nazionale e sul quale il ministro Salvini, che ha già dimostrato grande attenzione allo sviluppo delle infrastrutture siciliane, sta già lavorando».

All’incontro, nel corso del quale si è fatto il punto sulle principali criticità legate alle scarse risorse idriche nelle dighe dell’Isola e sulle iniziative da intraprendere, erano presenti anche gli assessori all’Agricoltura, Luca Sammartino, e all’Energia, Roberto Di Mauro; oltre al segretario generale dell’Autorità di bacino della Sicilia, Leonardo Santoro, ai dirigenti generali dei dipartimenti regionali competenti, ai responsabili dei Consorzi di bonifica, di Siciliacque, Enel Produzione, Enel Green, Eni e dei nove Ato idrici dell’Isola.

«La questione – ha detto l’assessore Sammartino – non può essere affrontata correttamente se non si ha un quadro ben delineato delle caratteristiche e delle specificità tecniche dei nostri invasi e del sistema idrico, tanto nella fase di adduzione che in quella di ripartizione. Un’analisi complessiva è necessaria per comprendere dove intervenire e con quale tipologia d’intervento, perché quello che è mancato, fino ad oggi, è un approccio di sistema. Di sicuro, gli interventi finanziati nelle ultime settimane dal ministero delle infrastrutture, per la interconnessione del sistema dighe Garcia e Arancio con la diga Trinità, la interconnessione della diga Rubino con la diga Paceco e l’adduttore Piazza Armerina Gela, insieme all’aggiudicazione dei lavori della diga Pietrarossa, sono importanti perché affrontano in maniera concreta una parte del problema».

Per l’assessore Roberto di Mauro: «La collaborazione con il Ministero dei lavori pubblici è importante nella definizione di un percorso vede la Regione impegnata a recuperare un pezzo importante delle infrastrutture siciliane al servizio dell’agricoltura. Lo stato dell’arte in quest’ultimo periodo ha subito un’accelerazione e finalmente possiamo avere le idee chiare per cercare di mettere a frutto il valore delle dighe siciliane».

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Sicilia. Nasce l’Organismo di coordinamento dell’emergenza territoriale: strumento per fronteggiare la carenza di specialisti

È stato istituito l’Organismo di coordinamento del settore unico dell’emergenza territoriale ed ospedaliera in Sicilia. L’assessore regionale alla salute Giovanna Volo ha firmato il decreto che dà vita a uno strumento tecnico che affronta la carenza di specialisti nelle aree di emergenza e di pronto soccorso e di anestesia rianimazione e terapia intensiva, soprattutto nelle aree più periferiche dell’Isola.

«L’insufficienza degli organici degli specialisti delle aree di emergenza – dice l’assessore – è un problema nazionale. Questo provvedimento segna una tappa importante nella evoluzione delle nuove logiche che guardano al sistema sanitario ospedaliero e territoriale in chiave di programmazione concreta, non solo ascoltando chi soffre di carenze, ma avvalendosi delle specifiche competenze organizzative di chi opera a distanza tra mille difficoltà».

A differenza dei Coordinamenti previsti in altre Regioni, l’organismo istituito in Sicilia ha la peculiarità di essere formulato con una struttura di supporto tecnico strettamente collegata all’assessorato e deputata alla elaborazione di proposte e soluzioni da sottoporre poi per la applicazione a quattro commissione tecniche Interaziendali coincidenti con i bacini del sistema territoriale dell’emergenza del 118. Fanno parte dell’organismo i coordinamenti delle reti tempo dipendenti, i distretti sanitari, i coordinatori dei bacini del Sues 118 e le reti cliniche costituite dalle unità ospedaliere di medicina d’urgenza e pronto soccorso e da quelle di anestesia e rianimazione.

L’organismo di coordinamento affronterà tutte le tematiche offrendo alle aziende soluzioni per colmare le carenze di specialisti, compresa la formazione, e individuando modelli organizzativi più efficienti.

«Questo provvedimento – aggiunge il dirigente generale del dipartimento regionale della Salute, Salvatore Requirez – nasce dalla consapevole percezione che il problema delle carenze di organico nell’area dell’emergenza-urgenza non può essere affrontato solamente sotto il profilo burocratico e numerico, ma attraverso un approccio di governo clinico, secondo esperienze proficuamente sperimentate in altre regioni, prima fra tutte la Lombardia. È il frutto di un percorso condiviso da due tavoli tecnici (operatori in area anestesiologica e in MCAU) che sono stati attivati già all’indomani del mio insediamento al Dipartimento di Pianificazione Strategica. L’organismo di coordinamento produrrà supporto tecnico in funzione di indirizzo e controllo sulle aziende sanitarie».

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Rubano un’auto e si danno sulla fuga. Arrestati

Nell’ambito dei servizi di prevenzione, i Carabinieri dell’Aliquota Operativa del Compagnia di Taormina durante un servizio di perlustrazione notturno hanno notato due persone a bordo di un’autovettura utilitaria, che si aggiravano con fare sospetto nei territori dei comuni della costa jonica, soffermandosi, in maniera ambigua, in prossimità di autoveicoli parcheggiati sulla pubblica via. Poco dopo i militari in abiti civili, giunti in una via del centro di Santa Teresa di Riva, hanno notato il passeggero dell’autovettura seguita scendere dal veicolo ed armeggiare sulla portiera di un veicolo in sosta. I Carabinieri, avendo quindi avuto contezza che l’uomo stava cercando di asportare l’autovettura, sono intervenuti per bloccare il malvivente che, alla vista dei militari, si è messo alla guida del mezzo appena manomesso, dandosi alla fuga lungo la SS114 in direzione Catania, seguito dal complice a bordo dell’altra autovettura con cui avevano raggiunto la cittadina jonica. I Carabinieri si sono quindi posti subito all’inseguimento dei due veicoli, allertando tempestivamente le altre pattuglie in circuito, facendo scattare il dispositivo predisposto per bloccare le vie di fuga dei malfattori. I due, poco dopo, sono stati bloccati nel territorio di Letojanni, con l’ausilio delle pattuglie dell’Aliquota Radiomobile, che erano riuscite a sbarrare la strada alle auto in fuga.
Durante la perquisizione personale e veicolare i Carabinieri hanno recuperato una chiave alterata, utilizzata per la forzatura dello sportello e del nottolino del quadro di accensione dell’autovettura presa di mira, nonché un dispositivo elettronico per la manomissione della centralina dello stesso mezzo. Nella loro disponibilità sono state trovate, anche, una seconda chiave alterata ed un attrezzo tipo chiave inglese per l’effrazione dei veicoli.
Gli attrezzi adoperati per mettere a segno il furto sono stati sequestrati, così come l’autovettura utilizzata per commettere il reato e i due uomini sono stati arrestati, in flagranza, per furto aggravato in concorso. Nella mattinata l’autovettura trafugata è stata restituita al legittimo proprietario.
Su disposizione della Procura della Repubblica di Messina, gli arrestati sono stati trattenuti presso le camere di sicurezza in attesa dell’udienza di convalida che si è tenuta questa mattina. Il Giudice ha convalidato l’arresto operato dai Carabinieri e, ritenuta la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza, ha applicato agli indagati la misura cautelare degli arresti domiciliari. Inoltre, su richiesta della Stazione di Santa Teresa di Riva, l’Autorità di Pubblica Sicurezza ha emesso nei loro confronti la misura di prevenzione del foglio di via obbligatorio, con divieto di fare ritorno in quel Comune per i prossimi tre anni.

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Azione umanitaria: l’UE introduce deroghe alle sanzioni per facilitare la fornitura di assistenza #

Notiziario Europa rubrica di Roberta Sucato


Il Consiglio ha deciso oggi di modificare diversi atti del Consiglio concernenti le misure restrittive dell’UE tenendo conto della risoluzione 2664 (2022) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che prevede un’esenzione umanitaria dalle misure di congelamento dei beni nei regimi sanzionatori delle Nazioni Unite .

A seguito dell’esenzione umanitaria, alcune categorie di attori umanitari, compresi i programmi delle Nazioni Unite e le organizzazioni non governative che partecipano ai piani di risposta umanitaria delle Nazioni Unite, possono effettuare transazioni con individui ed entità elencati senza alcuna autorizzazione preventiva, se lo scopo è fornire aiuti umanitari assistenza o per sostenere altre attività che supportano i bisogni umani di base.

L’odierna decisione del Consiglio completa l’introduzione di questa esenzione in 14 regimi di sanzioni delle Nazioni Unite recepiti nel diritto dell’UE. L’esenzione si applica anche agli elenchi autonomi esistenti dell’UE che integrano le designazioni delle Nazioni Unite. Ciò fornirà un quadro chiaro per gli operatori , in quanto potranno beneficiare dell’esenzione umanitaria senza fare alcuna distinzione tra gli elenchi dell’UE e delle Nazioni Unite.

Questa decisione invia un segnale forte agli operatori umanitari ed economici: le sanzioni dell’UE non ostacolano la fornitura di assistenza umanitaria . Dimostra la ferma determinazione dell’UE a evitare le conseguenze negative indesiderate delle sanzioni sulle attività umanitarie e l’importanza attribuita alla piena aderenza al diritto internazionale nella politica dell’UE in materia di sanzioni.

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Gocce dal Vangelo odierno del 31 marzo 2023  – rubrica di Santo Orlando

Gocce dal Vangelo odierno

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 10,31-42

In quel tempo, i Giudei raccolsero delle pietre per lapidare Gesù. Gesù disse loro: «Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre: per quale di esse volete lapidarmi?». Gli risposero i Giudei: «Non ti lapidiamo per un’opera buona, ma per una bestemmia: perché tu, che sei uomo, ti fai Dio».
Disse loro Gesù: «Non è forse scritto nella vostra Legge: “Io ho detto: voi siete dèi”? Ora, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio – e la Scrittura non può essere annullata -, a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo voi dite: “Tu bestemmi”, perché ho detto: “Sono Figlio di Dio”? Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non credete a me, credete alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me, e io nel Padre». Allora cercarono nuovamente di catturarlo, ma egli sfuggì dalle loro mani.
Ritornò quindi nuovamente al di là del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava, e qui rimase. Molti andarono da lui e dicevano: «Giovanni non ha compiuto nessun segno, ma tutto quello che Giovanni ha detto di costui era vero». E in quel luogo molti credettero in lui.

«Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre: per quale di esse volete lapidarmi?»

Nel Vangelo odierno Gesù, ancora una volta, si identifica come Dio, con le sue parole veritiere, fa salire l’ostilità nei suoi confronti raggiungendo il culmine. E’ proprio vero: non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire.
Ecco che arrivati a questo punto scatta la sentenza: Gesù è accusato di bestemmia. Quindi reo di morte.
Da non crederci. Dio manda il suo figlio sulla terra per dire al mondo che Lui ci ama, che è il Dio con noi, e che gli apparteniamo; eppure questo figlio nel momento in cui annuncia la Sua divina provenienza viene fatto fuori in nome della stessa legge di quel Dio che vuole venire a salvarci.
Allora niente più salvezza? Missione fallita? Tutt’altro. Il fallimento stesso diventa mediatore di salvezza. La croce che dipinge l’atto di accusa degli uomini nei confronti di Dio diventa paradossalmente il luogo della nostra salvezza. Per fortuna Dio va oltre l’ingratitudine umana per continuare a fare il nostro bene.

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DIA, CONFISCA DI BENI PER 4 MILIONI DI EURO

Personale del Centro Operativo D.I.A. di Catanzaro, coordinato dalla Procura Distrettuale Antimafia, ha dato esecuzione al decreto con il quale il Tribunale Ordinario di Catanzaro – Seconda Sezione Penale, ha disposto il sequestro, finalizzato all’applicazione della confisca prevista dal Codice Antimafia, del patrimonio, del valore di oltte 4 milioni di euro, iconducibile ad un agente immobiliare arrestato a gennaio del 2021 nell’ambito della nota operazione PROFILO BASSO, in quanto ritenuto gravemente indiziato di essete promotore di una organizzazione, composta da società “cartiere” cui erano preposti dei soggetti prestanome, finalizzata all’emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti – e
al suo nucleo familiare.
Il sequestro di prevenzione ha riguardato: n.04 complessi aziendali, comprendenti:
la società GRT Srls con la quale veniva gestito il noto Pub della movida catanzarese, il Ristorante “MOPS”, intestataria di nr. 02 autovetture di pregio;
la società “G-IMMOBILIARE SRLS”
la società “NON sOLO PERMUTE SERVIZI IMMOBILIAR” e nt. 01
immobile;
la società “GISASTE srl” con il compendio azicendale costituito da 2 autovetture di pregio, Range Rover Velar e Porsche, nonché una uilitaria;
partecipaz1oni, anche in forma totalitara, in n. 03 societá, attive nei settori della ristorazione
e della mediazione immobiliare;
nr. 31 fabbricati; nr. 03 terreni; nr. 03 autovetture;
nr. 02 motoveicoli;
tutti i rapporti bancari, polizze assicurative, depositi a risparmio, buoni postali fruttiferi intestati e/o riconducibili ai proposti e ai loro familiari.

Si tratta di un provvedimento di natura cautelare, adottato ex art. 20 dlgs. 159/2011, dal Tribunale di Catanzaro nell’ambito del procedimento di prevenzione avviato con la proposta di applicazione della misura di prevenzione personale e di quella patrimoniale della confisca, a firma congiunta del Procuratore Capo di Catanzaro, dot. Nicola Gratteri e del Direttore della DIA, dott. Maurizio Vallone.
La proposta si fonda su complesse indagini di natura economico-patrimoniale svolte, anche con Pausilio di sofisticati software, ad opera degli specialisti della DIA del Centro Operativo di Catanzaro, volte a verificare la provenienza dell’ingente patrimonio iferibile al destinatario del provvedimento e la sproporzione rispetto ai redditi dichiarati e all’attività lavorativa.
Le investigazioni si sono avvalse anche delle risultanze investigative del p.p. 4499/2016, convenzionalmente denominato “PROFILO BASSO”, attualmente pendente in fase di giudizio ordinardo proprio nei contronti, tra gli altri, del destinatario del sequestro di prevenzione, al quale è contestato anche il delitto di cui all’art. 416bis c.p..
Le indagini riguardano le vicende patrimoniali e commerciali dell’odierno proposto, che viene indicato come soggetto portatore di pericolosità sociale qualificata, in ragione della emersione degli elementi indiziari sviluppati nella proposta.
Il proposto, a partire dall’ anno 2005, si ritiene essere stato “appartenente” alla cosca TRAPASSO – riconosciuta, come ‘ndrina incardinata nel locale di San Leonardo di Cutro, in via definitiva in ambito giudiziale – alla quale avrebbe apportato un peculiare contributo di tipo “imprenditoriale”, consistito essenzialmente nella gestione degli affari economici della medesima consorteria. Gli elementi a sostegno dell’odierna misura ablativa danno conto, fra l’altro, dei rapporti con la suddetta famiglia nel settore dell’usura e nel settore degli investimenti di denaro frutto di attività illecite. Gli elementi raccoli hanno consentito di ipotizzare che il proposto era a capo di una organizzazione votata alla emissione di fatture per operazioni inesistenti avrebbe alimentato in parte le cosche di Catanzaro e di San Leonardo di Cutro.

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Fisco e manette! Frode fiscale, riciclaggio, trasferimento fraudolento di valori

Il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Crotone ha dato esecuzione, in Isola di Capo Rizzuto, Cutro e Crotone, al decreto di sequestro preventivo emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Catanzaro, su richiesta della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, a carico di sette indagati.

Tre di questi erano già stati interessati dall’ordinanza applicativa di misure cautelari di tipo personale emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Catanzaro nell’ambito della c.d. operazione “Krimata” eseguita nel decorso mese di gennaio, allorchè il giudice riconosceva a loro carico la gravità indiziaria in ordine al reato di associazione per delinquere finalizzata alla commissione dei delitti di frode fiscale, riciclaggio, impiego di utilità di provenienza illecita e trasferimento fraudolento di valori.

Il sequestro preventivo è stato emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari con riferimento alle ipotesi di reato di carattere tributario e di riciclaggio, a vario titolo contestati ai sette indagati e scaturisce all’esito di ulteriori approfondimenti investigativi di natura patrimoniale connessi alla predetta operazione cd. “Krimata”, le cui indagini sono attualmente nella fase preliminare, che necessita della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa degli indagati.

Il vincolo di tipo reale è stato adottato nella prospettiva della futura richiesta di confisca, anche nella forma cd. “per equivalente”, di somme di denaro e beni per un valore di circa 1.5 milioni di euro e afferisce all’ipotizzato profitto illecito che sarebbe stato conseguito attraverso l’interposizione di imprese cd. cartiere operanti nel settore edile, anche intestate a prestanome, le quali, mediante fatture per operazioni inesistenti, avrebbero consentito di generare, a vantaggio delle società utilizzatrici, un notevole risparmio d’imposta che sarebbe stato monetizzato al fine di celarne l’origine.

Il sequestro è stato eseguito su cinque immobili, due terreni, un’attività commerciale nel settore della somministrazione di alimenti e bevande e tutti i rapporti bancari intestati e/o riconducibili agli indagati.

Il procedimento per le ipotesi di reato è attualmente nella fase delle indagini preliminari.

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Direttiva sulle energie rinnovabili: la quota di energia rinnovabile al 42,5% entro il 2030

Notiziario Europa rubrica di Roberta Sucato

Consiglio e Parlamento raggiungono un accordo provvisorio sulla direttiva sulle energie rinnovabili
I negoziatori del Consiglio e del Parlamento hanno raggiunto oggi un accordo politico provvisorio per aumentare la quota di energia rinnovabile nel consumo energetico complessivo dell’UE al 42,5% entro il 2030 con un ulteriore aumento indicativo del 2,5% che consentirebbe di raggiungere il 45% . Ciascuno Stato membro contribuirà a questo obiettivo comune. Questo accordo politico provvisorio dovrà ora essere approvato da entrambe le istituzioni.

I negoziatori del Consiglio e del Parlamento hanno concordato in via provvisoria obiettivi settoriali più ambiziosi nei settori dei trasporti, dell’industria, degli edifici e del teleriscaldamento e teleraffrescamento. Lo scopo dei sotto-obiettivi è quello di accelerare l’integrazione delle energie rinnovabili nei settori in cui l’incorporazione è stata più lenta.

Trasporto
L’accordo provvisorio dà la possibilità agli Stati membri di scegliere tra:

un obiettivo vincolante di riduzione del 14,5% dell’intensità di gas a effetto serra nei trasporti grazie all’uso di fonti rinnovabili entro il 2030
o un obiettivo vincolante di almeno il 29% di quota di rinnovabili nel consumo finale di energia nel settore dei trasporti entro il 2030
L’accordo provvisorio fissa un sotto-obiettivo combinato vincolante del 5,5% per i biocarburanti avanzati (generalmente derivati da materie prime non alimentari) e i carburanti rinnovabili di origine non biologica (principalmente idrogeno rinnovabile e carburanti sintetici a base di idrogeno) nella quota di energie rinnovabili fornite al settore dei trasporti. All’interno di questo obiettivo, vi è un requisito minimo dell’1% di combustibili rinnovabili di origine non biologica (RFNBO) nella quota di energie rinnovabili fornite al settore dei trasporti nel 2030.

Industria
L’accordo provvisorio prevede che l’industria aumenti il proprio uso di energia rinnovabile ogni anno dell’1,6%. Hanno convenuto che il 42% dell’idrogeno utilizzato nell’industria dovrebbe provenire da combustibili rinnovabili di origine non biologica (RFNBO) entro il 2030 e il 60% entro il 2035.

L’accordo introduce la possibilità per gli Stati membri di scontare del 20% il contributo degli RFNBO in uso industriale a due condizioni:

se il contributo nazionale degli Stati membri all’obiettivo generale vincolante dell’UE corrisponde al loro contributo previsto
la quota di idrogeno da combustibili fossili consumata nello stato membro non è superiore al 23% nel 2030 e al 20% nel 2035
Edifici, riscaldamento e raffrescamento
L’accordo provvisorio fissa un obiettivo indicativo di almeno il 49% di quota di energia rinnovabile negli edifici entro il 2030 .

Prevede un aumento progressivo degli obiettivi rinnovabili per riscaldamento e raffrescamento, con un aumento vincolante dello 0,8% annuo a livello nazionale fino al 2026 e dell’1,1% dal 2026 al 2030. L’aliquota media annua minima applicabile a tutti gli Stati membri è integrata da ulteriori aumenti indicativi calcolati ad hoc per ogni Stato membro.

Bioenergia
L’accordo provvisorio rafforza i criteri di sostenibilità per l’uso della biomassa per l’energia, al fine di ridurre il rischio di una produzione di bioenergia non sostenibile. Garantisce l’applicazione del principio a cascata, con particolare attenzione ai regimi di sostegno e tenendo debitamente conto delle specificità nazionali.

Permessi più rapidi per i progetti
L’accordo provvisorio include procedure di autorizzazione accelerata per progetti di energia rinnovabile. Lo scopo è accelerare la diffusione delle energie rinnovabili nel contesto del piano REPowerEU dell’UE per diventare indipendente dai combustibili fossili russi, dopo l’invasione russa dell’Ucraina.

Gli Stati membri progetteranno aree di accelerazione delle energie rinnovabili in cui i progetti di energia rinnovabile sarebbero sottoposti a un processo di concessione delle autorizzazioni semplificato e rapido. Si presumerà inoltre che la diffusione delle energie rinnovabili sia di “interesse pubblico prevalente”, il che limiterebbe i motivi di obiezione legale ai nuovi impianti.

Prossimi passi
L’accordo politico provvisorio raggiunto oggi sarà prima sottoposto ai rappresentanti degli Stati membri dell’UE nel Comitato dei rappresentanti permanenti al Consiglio e poi al Parlamento per l’approvazione.

La direttiva dovrà quindi essere adottata formalmente dal Parlamento e poi dal Consiglio, prima di essere pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell’UE ed entrare in vigore.


La proposta di revisione della direttiva sulle energie rinnovabili, insieme ad altre proposte, affronta gli aspetti energetici della transizione climatica dell’UE nell’ambito del pacchetto “Fit for 55”.

Il 14 luglio 2021 la Commissione ha presentato il pacchetto “Fit for 55”. Tale pacchetto mira ad allineare il quadro legislativo dell’UE in materia di clima ed energia con il suo obiettivo di neutralità climatica per il 2050 e con il suo obiettivo di ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55 % entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990.

Inoltre, nell’ambito del piano REPowerEU, il 18 maggio 2022 la Commissione ha proposto una serie di ulteriori modifiche mirate alla direttiva sulle energie rinnovabili per riflettere i recenti cambiamenti nel panorama energetico. Gli elementi della proposta sono stati integrati nell’accordo trovato oggi.

L’attuale direttiva sulle energie rinnovabili in vigore dal dicembre 2018. Stabilisce un obiettivo a livello dell’UE del 32% di quota di energia rinnovabile nel consumo totale di energia dell’UE entro il 2030 a livello dell’UE.

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